top of page

34 anni insieme. E la miseria di chi odia

  • Immagine del redattore: Giorgio Donders
    Giorgio Donders
  • 23 ago
  • Tempo di lettura: 2 min
34 anni insieme

Il 21 agosto abbiamo festeggiato il nostro anniversario numero 34. Trentaquattro anni di amore, di vita insieme, di quotidianità. Come accade sempre, abbiamo pubblicato una foto. Come accade sempre, sono arrivati tanti messaggi pieni di affetto, come dovrebbe essere naturale per chiunque celebri una storia lunga, fondata sull’amore e non sull’odio.

E, come accade sempre, insieme agli auguri arrivano i veleni. Commenti che fanno male anche se siamo adulti, strutturati, capaci di reagire. Fanno male perché mostrano quanto marcio circoli ancora, quanta miseria umana si nasconda dietro una tastiera.

“Chi fa la moglie, quello con la barba o quello con i baffi?” La domanda più stupida e violenta che si possa fare. L’ossessione di ridurre una coppia a una farsa, come se l’amore dovesse per forza replicare ruoli e stereotipi.

“Provate a fare un figlio voi due, vedrete che fatica.” Il solito ritornello sul “contro natura”. Peccato che la natura vi abbia comunque generati, con la vostra grettezza.

“Smettetela con queste squallide ostentazioni, basta!” Curioso: quando una coppia eterosessuale pubblica foto di anniversari, matrimoni o baci, nessuno parla di ostentazione. Quando lo facciamo noi, diventa scandalo.

“Idiotì innamorati…”, “Chi se ne frega?”, “Stupido esibizionismo”…

Frasi che rivelano un problema molto più grande di qualche commento offensivo. Perché il punto è questo: gli adulti sono i veri responsabili del degrado culturale e sociale che vediamo nei giovani. Si parla di bullismo a scuola, tra ragazzi, ma da dove credete che nasca quel bullismo se non dal cattivo esempio degli adulti?

Molti di quelli che ci insultano sono genitori o nonni. Sono gli stessi che, a casa, davanti a un figlio che cerca ascolto, riducono i suoi sentimenti a “uno sfizio”, a qualcosa di cui vergognarsi nei confronti di parenti o vicini di casa. E così, con frasi che sono pugnalate, accompagnano i loro figli verso il silenzio, verso l’isolamento, a volte purtroppo verso la morte. Noi li abbiamo conosciuti quei ragazzi. Li abbiamo pianti.

Ecco allora dove si annida la responsabilità vera: non nei ragazzini che ancora cercano di capire chi sono, ma negli adulti che avrebbero il dovere di guidarli e invece li tradiscono, avvelenandoli con il disprezzo.

Noi continueremo ad esistere, a raccontarci, a festeggiare. Perché 34 anni di amore non hanno nulla da nascondere. Chi dovrebbe vergognarsi non siamo noi, ma chi insulta, chi ridicolizza, chi ancora nel 2025 crede che l’amore debba chiedere il permesso.

Il nostro anniversario è una festa. I vostri commenti, invece, restano solo la prova della vostra pochezza.

 
 
 
bottom of page