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Dietro le quinte di "Ecce (H)omo": la genesi di uno spettacolo che sfida i pregiudizi.


Ecce (H)omo Sormani Donders

"Ecce (h)omo - Una diversa storia di normalità" è uno spettacolo con un titolo che già da solo invita a riflettere. Cosa significa per voi questo gioco di parole, "Ecce Homo" e "omo"?


Sergio: Il titolo è un po' il cuore del nostro spettacolo. Abbiamo voluto giocare con l'idea di “Ecce Homo”, che richiama subito alla mente l'umanità, ma con quella “h” che sparisce  otteniamo “omo”, cioè uguale. L'idea è proprio quella di usare l'omosessualità come punto di partenza per parlare di uguaglianza, di persone, di vissuti che in fondo ci rendono più simili di quanto non si consideri.

Giorgio: Siamo tutti uguali, o meglio, siamo tutti diversi e unici, ma proprio in questo risiede la nostra uguaglianza. Volevamo che il nostro spettacolo parlasse della vita vera, con le sue complessità e che ognuno potesse rivedere parte di sé nella nostra storia. Perché alla fine ogni relazione è fatta di incontri, di piccole e grandi sfide, e soprattutto di amore.


C'è un equilibrio interessante tra leggerezza e riflessione nello spettacolo. Come è nata l’idea di raccontare una storia così personale?


Giorgio: Volevamo che il pubblico si sentisse parte della nostra esperienza, quindi abbiamo deciso di affrontare argomenti importanti come il bullismo e il pregiudizio, mantenendo sempre una buona dose di ironia. Crediamo che l'ironia sia una chiave fondamentale: permette di sdrammatizzare e di aprire la mente, portando lo spettatore a riflettere senza sentirsi mai giudicato.

Sergio: Esatto, non è uno spettacolo che vuole dare lezioni. Piuttosto si tratta di raccontare un pezzo di vita, la nostra, e far sì che il pubblico ritrovi frammenti della propria storia in quella che vede rappresentata sul palco. Se si riesce a far ridere il pubblico e poi a emozionarlo, allora significa che abbiamo raggiunto il nostro obiettivo.


Affronta anche il tema del bullismo. Come lo presentate in scena e perché è così importante parlarne?


Giorgio: Il bullismo è un fenomeno diffuso, ma spesso viene considerato solo in modo diretto. Noi ci concentriamo anche sul bullismo indiretto, quello che nasce a volte persino in famiglia, con parole o consigli che sembrano “innocui” ma che in realtà nascondono un giudizio pesante.

Sergio: Quel tipo di messaggi possono creare ferite profonde e un senso di rifiuto della propria identità. È un bullismo “velato”, ma non per questo meno dannoso.


Perché avete scelto di usare soprattutto l'ironia come strumento di comunicazione?


Giorgio: Perché l'ironia apre delle porte che la serietà spesso chiude. Ci abitua a mettere in discussione noi stessi e il nostro modo di pensare. Quando ci si diverte si è più aperti a riflettere e l'ironia ha il potere di scardinare certe convinzioni senza essere aggressiva.

Sergio: Esatto. Ridendo, il pubblico si rilassa e diventa più disponibile a riconsiderare le proprie idee e a lasciarsi andare. Si arriva a fine spettacolo alleggeriti, con un senso di libertà e apertura. E, soprattutto, con la consapevolezza che le etichette ci fanno soltanto sentire più soli. Ridere insieme rende tutto più semplice, come sentirsi anime affini, come dire: "Ehi, siamo tutti sulla stessa barca".


Quale messaggio sperate che il pubblico porti a casa alla fine dello spettacolo?


Giorgio: La speranza di essere sempre se stessi e di accettare gli altri per ciò che sono. Vorremmo che le persone uscissero dal teatro sentendosi più leggere, liberate da quei pregiudizi che spesso pesano più delle esperienze che facciamo.

Sergio: E, soprattutto, l'idea che tutti, indipendentemente da chi amiamo o da come ci sentiamo, meritiamo di vivere con dignità e autenticità. In fondo, siamo tutti “uguali” nella nostra diversità, e questo è un valore che merita di essere celebrato.


Un'ultima domanda: cosa direste a chi sta per venire a vedere "Ecce (h)omo”?


Sergio: Di lasciarsi sorprendere e di prepararsi a ridere, a riflettere e, perché no, a commuoversi un po'. Ogni spettacolo è diverso perché ogni volta è un incontro nuovo col pubblico, e ogni volta speriamo che sia unico.

Giorgio: Sì, venite con il cuore aperto e preparatevi a rivivere dentro di voi un po' della vostra storia.


Grazie a Sergio Sormani e Giorgio Donders.


Potremo assistere alle prime repliche di "Ecce (H)omo" in questa stagione presso EcoTeatro Milano dal 29 novembre al 1 dicembre.



F. Romano.

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