Quanti pregiudizi.
Quante impalcature mentali, retaggi, veri e propri freni a mano tirati, a scapito del nostro “io”.
Eravamo incuriositi da “Naked Attraction”, programma televisivo on demand del quale avevamo più volte sentito parlare. Persone completamente nude, che vengono scelte da un/una pretendente. Semplicemente per l’aspetto fisico! Con queste premesse ci era stato facile immaginare uno show invitante ma privo di contenuti se non quelli che possono scatenare, appunto, “actraction”.
Beh... colpo di scena.
Ci siamo ritrovati sì di fronte ad una trasmissione trasgressiva e a tratti “piccante”, ma in realtà anche a qualcosa di molto di più. Ci siamo accorti anzitutto che non esisteva volgarità, elemento presente invece in molte altre trasmissioni falsamente “pulite”. Abbiamo dovuto piacevolmente arrenderci alla disarmante naturalezza di quei ragazzi e ragazze, uomini e donne che si mostravano senza alcun velo. E all’altrettanto naturale curiosità e interesse di chi era lì in studio a guardarli o guardarle. Ed ecco che l’intrigo ha lasciato spazio anche a qualche nota culturale e sociale (valori aggiunti di questo programma), all’insegnamento dell’accettazione del proprio e dell’altrui fisicità, alla salvifica possibilità di lasciarci alle spalle la trappola dei canoni estetici sempre più irraggiungibili che ci vengono quotidianamente proposti. Verso il termine della puntata anche chi “sceglie” si spoglia completamente, in una espressione di democrazia e generosità che non può che trovarci d’accordo. È da questo punto in poi che le due persone, rivestitesi, cominceranno a conoscersi per il loro carattere e il mondo interiore che è dentro ciascuno di noi. Un percorso al contrario, apparentemente azzardato ma alla fine molto meno scandaloso dei tanti approcci ingannevoli ai quali siamo quotidianamente abituati.
Al termine della visione continuiamo a riflettere e non possiamo fare a meno, dentro di noi, di lasciarci andare ad un applauso. Al coraggio, alla voglia di conoscersi di più, di liberarsi da ciò che copre.
E a volte soffoca anche il nostro vero io.
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